persona che lavora, al punto da
aver indotto alcuni studiosi a parlare – in termini evidentemente
distopici – di una “fine del lavoro” (J. Rifkin, La fine
del lavoro, Mondadori, 1995) o di un mercato del lavoro
nel quale “le persone non servono” (J. Kaplan, Le persone
non servono, LUISS University Press, 2016). L’algoritmo
e la macchina come fattori potenzialmente sostitutivi
della persona che lavora. |
utilizzati dalle lavoratrici e dai lavoratori per lo
svolgimento della propria attività o, ancora, a lavori eseguiti
in una realtà virtuale, aumentata o - addirittura - nel
metaverso (Stefano Bini, La dimensión colectiva de la digitalización
del trabajo, Bomarzo, 2021; S. Bini, Lavoro digitale
e dimensione collettiva, in Sindacalismo, 2021, 4,
45-60). |
Una data storica il 7 giugno 1929, giorno di nascita dello
Stato della Città del Vaticano, il più piccolo del mondo.
Quella mattina, infatti, nel Palazzo Apostolico Vaticano, da
parte del Re d’Italia e del Pontefice avvenne lo scambio
degli strumenti di ratifica dei cosiddetti Patti Lateranensi,
cioè del Trattato e del Concordato, sottoscritti l’11 febbraio
1929 dal Cardinale Segretario di Stato, Pietro Gasparri, e
dal capo del governo italiano, Benito Mussolini. Dopo lunghe
e complicate trattative più volte interrotte e riprese, intercorse
negli anni precedenti al 1929, si arrivò alla stipula
dell’accordo che tanto premeva al Duce e al Papa.Il momento
è solenne: nel luogo prescelto, l’austera sala dei
papi, si firma l’atto con
il quale veniva risolta la
cosiddetta “questione
romana”, sorta con l’annessione
di Roma al
Regno d’Italia nel 1870
e che per sessant’anni
aveva irrigidito le relazioni
tra Stato e Chiesa.
I Patti comprendono un
Trattato che regola i
rapporti tra la Santa
Sede e l’Italia e un
Concordato che riconosce, |
ricevendo i parroci di Roma, affermava tra l’altro: «Proprio in questo giorno si sottoscrivono un Trattato e un Concordato. Un Trattato inteso a riconoscere, e per quanto hominibus licet, ad assicurare alla Santa Sede una vera e propria e reale sovranità territoriale (non conoscendosi nel mondo, almeno fino ad oggi, altra forma di sovranità vera e propria se non appunto territoriale) e che evidentemente è necessaria e dovuta a Chi, stante il divino mandato e la divina rappresentanza ond’è investito, non può essere suddito di alcuna sovranità terrena». Si apre
così l’epoca nuova con
alle spalle una storia
secolare di dominio
temporale dei papi, in
cui lasciò segni notevoli
il dotto e intraprendente
Pio XI: la pace è il primo
traguardo che si
pone. Governa per 17
anni, tra lotte e antagonismi,
durante i quali si
batte per la realizzazione della «Pax Christi in Regno
Christi», come recitava il suo motto. Già nella prima enciclica
Ubi arcano Dei del 1922 sembra voler placare gli
animi lacerati, da un secolo, per il conflitto tra Chiesa e
Stato. Diceva che «l’Italia nulla ha ed avrà da temere dalla
Santa Sede, e che il Papa, avrà sempre pensieri di pace e
non di afflizione, di pace vera e perciò stesso non disgiunta
dalla giustizia...». Achille Ratti si pone contro l’ideologia
fascista inaccettabile perché in contrasto con i principi cristiani; mal sopporta le |
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