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  Anno LII Numero 1 fide constamus avita Gennaio - Aprile 2024

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«Haec dies quam fecit Dominus exultemus et laetemur in ea». Durante il tempo di Pasqua, la liturgia spesso ci fa cantare il Salmo 117 (118) e in particolare il v. 24: «Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso».
Fin dall’inizio, i cristiani hanno sempre interpretato questo salmo in riferimento al mistero pasquale. Così proclamano la risurrezione di Gesù ed esprimono la loro gioia per la sua vittoria sulla morte. Gesù stesso cita i versetti immediatamente precedenti al nostro nella parabola dei vignaioli omicidi, i quali uccisero i servi e perfino il figlio del proprietario della vigna (cf. Mt 21,33-46; Mc 12,1-12; Lc 20,9-19). Al riguardo, Gesù dice ai suoi ascoltatori: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno

 

scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? » (Mt 21,42, citando Sal 117 [118] , 2 2 - 2 3 ) . È chiaro che Gesù sta applicando il salmo a se stesso.

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In occasione della Settimana Santa e delle celebrazioni della Pasqua, rivolgo a tutti i Soci dell’Associazione SS Pietro e Paolo e alle loro famiglie il mio più sincero augurio di pace, salute e serenità. Il mio auspicio, in questa occasione di riflessione, preghiera e condivisione, è quello di fare nostro il messaggio più profondo e autentico della Pasqua; un messaggio di rinascita e amore che deve farsi azione nel nostro impegno quotidiano come cittadini, come cristiani, e come appartenenti a una grande Associazione che ha nella sua tradizione il servizio e l’accoglienza del prossimo. Celebriamo questa Pasqua in un momento storico e sociale certamente complesso e carico di eventi che portano quotidianamente a notizie spesso drammatiche e di

difficile comprensione. Le immagini e gli echi di guerre e sofferenze vicine e lontane affollano le nostre giornate, le difficoltà di tanti non possono lasciarci indifferenti. Di fronte a eventi di così grande portata, spesso ci ritroviamo come osservatori impotenti, cercando il conforto nella fede e nella preghiera, sperando in un tempo di pace e fratellanza, così come tante volte richiesto dal Santo Padre. Credo che ognuno di noi possa e debba adoperarsi per portare ogni giorno, nella propria vita, nel proprio piccolo, quella predisposizione d’animo rivolta alla condivisione e al bene. La Pasqua è un tempo di rinascita che incarna valori universali di speranza e fratellanza: valori che risuonano attraverso le generazioni e le culture.

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