Santo a Pentecoste, i discepoli di Gesù cominciarono a
testimoniare la sua risurrezione a Gerusalemme e, in seguito
nella Giudea e nella Samaria, prima di iniziare i
grandi viaggi missionari all’interno dell’Impero romano.
Secondo gli Atti degli Apostoli, l’essenza della missione
degli Apostoli sta nel rendere testimonianza alla risurrezione
di Gesù. Il giorno della Pentecoste, Pietro pronuncia
un discorso davanti alla folla, nel quale afferma:
«Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo
testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver
ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha
effuso, come voi stessi potete vedere e udire» (At 2,32).
Dopo la guarigione dello storpio, Pietro pronuncia un secondo
discorso al popolo, nel quale dice: «Avete ucciso
l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne
siamo testimoni» (At 3,15). Al riguardo, è molto significativa
la seguente descrizione della vita della prima comunità
cristiana: «La moltitudine di coloro che erano diventati
credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno
considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma
fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli
davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù
e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro
era bisognoso, perché quanti possedevano
| campi o case
li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva
distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno» (At 4,32-35). Al cuore della testimonianza degli Apostoli,
quindi, vi è una affermazione di fede: Gesù è risorto! San
Paolo stesso afferma: «Se Cristo non è risorto, vuota allora
è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede»
(1 Cor 15,15). Questa verità di fede cambia tutto: è motivo
di speranza e di gioia, e implica una radicale trasformazione
della vita e un’apertura senza limiti ai bisogni
dell’altro.
La risurrezione non solo costituisce la conferma di tutto
ciò che Gesù ha fatto e insegnato, ma trasforma tutto. La
vita non è un breve viaggio verso il nulla ma è caparra
della vita piena, della vita in Cristo che è già iniziata in
noi. Essere testimone della risurrezione significa essere
testimone della vita nella sua pienezza, significa superare
le chiusure dell’egoismo per aprire il cuore a tutti. Questo
mondo che soffre ha bisogno della testimonianza dei credenti.
Ha bisogno di sentire una parola di riconforto e di
speranza, ha bisogno di vedere il sorriso sul volto di chi
accoglie e di sentire il tocco di una mano che aiuta. Proclamando
la nostra fede in Gesù Risorto, con la nostra
parola e la nostra azione, aiutiamo coloro che incontriamo
a ritrovare slancio e a riscoprire la gioia che nessuno può
togliere. Buona Pasqua a tutti! |

Carissimi Soci, in occasione della Settimana Santa e delle
celebrazioni pasquali, giunga a tutti voi e alle vostre famiglie
il mio più sincero e affettuoso saluto. La Pasqua porta
con sé un messaggio di pace, fratellanza, rinascita. In
questo tempo così tumultuoso, caratterizzato da eventi
spesso drammatici e di portata storica, riconoscerci nella
fede e celebrare la Pasqua del Signore ci deve spingere
ancora di più ad
aprire i nostri
cuori, interrogarci
e rinnovare la nostra
promessa cristiana
di sostegno
e aiuto al nostro
prossimo.
Gli ultimi due anni
hanno rappresentato
una stagione
difficile – ce ne
siamo resi conto
tutti. Penso ovviamente
allo aspetto
sanitario legato alla epidemia
da Covid-19 con il suo
carico di lutti, sofferenze
e paure.
Un’epidemia che è
stata anche la causa di un drammatico sconvolgi-mento sociale in quasi
tutti i settori. Vediamo ogni giorno gli effetti di tutto questo:
nel settore lavorativo ed economico; nell’ambito scolastico
e nelle nuove paure e fragilità che hanno |
attecchito nei
più giovani; nell’acutizzarsi delle disparità sociali che hanno
schiacciato chi già viveva situazioni di fragilità. Oggi, mentre sembrerebbe che dal punto di vista sanitario
il virus ci stia dando tregua, tutti questi aspetti legati all’epidemia
diventano sempre più evidenti. “Ne usciremo migliori”,
sentivamo ripetere all’inizio dell’epidemia. Eppure,
credo che altri e altrettanto subdoli virus stiano colpendo
la nostra società. Nei gravi momenti di crisi, si è spesso
portati ad osservare solo sé stessi, a cercare una soluzione
individuale, tentando di salvarsi a volte a discapito di
qualcun altro. A volte, siamo facilmente vittime dell’indifferenza.
Tutto questo è umano, ma proprio perché esseri
umani e fratelli gli uni degli altri, dovremmo ricordarci che
nessuno si salva da solo.
La Pasqua, nella vita di un cristiano, è un momento
straordinariamente profondo. Interpreto il messaggio della
Pasqua come un incontro con l’amore e la vita; una meravigliosa
possibilità per rinnovare dentro le nostre vite la fiducia
nella salvezza e nella speranza. La Pasqua, il sacrificio
di Gesù e la sua resurrezione ci parlano di noi e di
noi in rapporto agli altri. Osservando il più alto esempio di
Cristo, la Pasqua ci ricorda quanta grandezza ci sia nell’offrirsi
agli altri, dedicare un gesto, una parola, un atto
concreto che non facciano sentire soli e abbandonati.
Come membri dell’Associazione SS. Pietro e Paolo,
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