cinanza. È un perdono che può essere ottenuto iniziando,
anzitutto, a vivere la carità. Lo ricorda anche l’apostolo
Pietro quando scrive che «L’amore copre una moltitudine
di peccati» (1 Pt 4,8). Solo Dio perdona i peccati, ma
chiede anche a noi di essere pronti al perdono verso gli altri,
così come Lui perdona i nostri: «Rimetti a noi i nostri
debiti, come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori»
(Mt 6,12). Quanta
tristezza quando rimaniamo
chiusi in
noi stessi e incapaci
di perdonare!
Prendono il sopravvento
il rancore, la
rabbia, la vendetta,
rendendo la vita infelice
e vanificando
l’impegno gioioso
per la misericordia»
(n.8). Il sussidio richiama
anche l’importanza
di prepararsi bene
al Sacramento del
Perdono attraverso l’esame di coscienza. Attraverso una
meditazione fatta dal Papa nella Domus Sanctae Marthae
del 4 settembre 2018 il sussidio ci invita a interrogarci su
quale spirito agisce in noi: quello di Dio o quello del mondo?
Nell’esame di coscienza dobbiamo combattere per
eliminare lo spirito del mondo che ci porta a fare il male e
per lasciare spazio allo Spirito di Dio che ci porta alle
opere buone. Il Papa consiglia e raccomanda che ogni
giorno, soprattutto alla fine della giornata, ciascuno di noi
veda quale spirito ha dominato nel suo cuore e nel suo
agire.
Fatto un buon esame di coscienza si può andare a celebrare
individualmente il Sacramento del Perdono.
Il Dicastero offre lo schema della Celebrazione del Perdono e mette in evidenza la formula di assoluzione: una dichiarazione
di amore da parte di Dio e della Chiesa.
Il sacerdote tenendo stese le mani (o almeno la
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mano destra) sul tuo capo, dice: «Dio, Padre di misericordia, che
ha riconciliato a sé il mondo con la morte e risurrezione
del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione
dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della
Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo». Con il perdono ricevuto e accolto davvero possiamo
camminare in una vita nuova!
Il sussidio si conclude con due testimonianze. La prima è
un racconto di conversione di Kevin Matthews: un noto
personaggio radiofonico di Chicago. La sua voce inconfondibile
ha intrattenuto dieci milioni di ascoltatori settimanali,
soprattutto negli anni ‘80 e ‘90. Nel 2008 gli viene
diagnosticata una rara forma di sclerosi multipla. Lui era
un cattolico formale, poco praticante, potremmo dire un
credente tiepido. Era disperato per la perdita della sua
salute e del suo stato sociale di celebrità. Tutto cambia
quando Kevin vicino a un cassonetto trova una statua
della Vergine Maria rotta e gettata in terra. Decide di
prenderla, di raccogliere i pezzi e di restaurarla. Inizia
così grazie alla presenza di Maria SS.ma una nuova vita
di fede e di grazia per Kevin.
La seconda è una testimonianza di perdono di Gemma
Capra Calabresi, moglie del commissario Luigi Calabresi,
ucciso nel 1972 da un commando di Lotta Continua.
Ecco un passaggio bello: «Il perdono è una scelta di vita.
È stato un cammino lungo, difficile, con tanti scivoloni indietro.
Ho avuto anni bui, di pianto, di sconforto, di rabbia.
Mi dicevo che, come cristiana, dovevo perdonare, ma era
molto difficile perché ragionavo. Non si deve ragionare
sul perdono perché io ho scoperto che il perdono lo dai
solo con il cuore e non con la testa, con il raziocinio, con
l’intelligenza. Lo dice la parola: per-dono. È perciò un
dono e lo dai con amore». Il sussidio pastorale, nella sua
seconda parte, offre indicazioni liturgiche e pastorali per
vivere con i fedeli e la comunità questo appuntamento in
cui il Signore è al centro di tutto per ventiquattr’ore. |