«Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il
crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto»
(Mt 28,5-6). Così parlò l’angelo alle donne che si recarono
al sepolcro di Gesù la mattina di Pasqua. A loro ha
annunciato qualcosa di straordinario: Gesù è vivo! Ha
vinto il potere della morte ed è in mezzo a noi. A differenza
di Lazzaro, che
ha richiamato fuori
dal sepolcro, Gesù
non è semplicemente
un cadavere risuscitato.
È entrato in
una nuova sfera di
esistenza, finora
completamente al di
fuori della nostra
esperienza. Niente
di simile è mai accaduto
prima nella storia
umana. Cos’è la risurrezione? Riguarda solo Gesù o ha un significato anche per noi? Se Gesù fosse semplicemente tornato alla vita terrena
che aveva prima della sua morte in croce, la sua risurrezione non avrebbe alcun significato
per noi. Dopo tutto, Lazzaro un giorno sarebbe
morto di nuovo. Tuttavia, la risurrezione di Gesù è qualcosa
di completamente diverso. È, come disse una volta
Papa Benedetto XVI, impiegando il linguaggio dell’evoluzione,
«la più grande “mutazione”, il salto assolutamente
più decisivo verso una dimensione totalmente nuova,
che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si
sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo,
che riguarda noi e concerne tutta la storia» (Omelia nella
Veglia Pasquale, 15 aprile 2006). Allora, cos’è successo? Gesù non è più nel sepolcro.
È entrato in una vita completamente diversa. Gesù
ha offerto la sua vita per amore nostro. Tuttavia, non poteva
rimanere definitivamente in preda alla morte perché,
essendo Dio, è inseparabilmente unito alla fonte di ogni
vita. L’amore di Dio è più forte della morte; è il potere che
vince la morte una
volta per tutte. La risurrezione
è l’inizio di
un nuovo modo di essere
e di vivere.
Come dice Papa Benedetto,
«La risurrezione
fu come un’esplosione
di luce,
un’esplosione dell’amore
che sciolse l’intreccio
fino ad allora
indissolubile del “muori
e divieni”. Essa
inaugurò una nuova
dimensione dell’essere,
della vita, nella
quale, in modo trasformato,
è stata integrata
anche la materia
e attraverso la quale emerge un mondo nuovo» (ibid.).
La risurrezione di Gesù sprigiona una nuova forza
di vivere e di amare. Siamo, per così dire, attratti verso
l’alto, verso Dio, per condividere la sua vita e il suo
amore. Entriamo in questo nuovo modo di vivere attraverso
la fede e il battesimo. Per fede, noi crediamo in Dio, in
tutto ciò che ci dice, e riponiamo in Lui la nostra fiducia.
Attraverso il battesimo, gettiamo via l’uomo vecchio,
schiavo del potere del peccato e della morte, per abbracciare
la nuova vita in Cristo.
Il battesimo non è un mero rito di passaggio; in
realtà, opera una trasformazione radicale comunicandoci niente di meno che la vita del Risorto. Mediante il battesimo
diventiamo figli adottivi di Dio; diventiamo un altro Cristo.
La vita di Cristo diventa nostra, come si rende conto
san Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in
me» (Gal 2,20). Ciò non significa che la nostra identità
personale sia soppressa. Vuol dire che abbandoniamo
una forma di esistenza chiusa in noi stessi per entrare in
una realtà più grande insieme ai nostri fratelli e sorelle
battezzati. Diventando una cosa sola con Cristo, superiamo
il nostro isolamento e veniamo trascinati in una nuova
vita, la vita risorta. Cristo ci attira a sé, ci accompagna, ci
afferra saldamente, anche quando vacilliamo. Da soli
possiamo fare molto poco, ma se viviamo uniti a Gesù
Cristo, secondo la nostra condizione battesimale, possiamo
trasformare il mondo. Anche se un giorno moriremo,
sappiamo che, poiché possediamo il seme della vita eterna, risorgeremo per condividere la vita definitiva con Dio. Mentre celebriamo la gioia della Pasqua, approfondiamo
la nostra unione con il Risorto. Lo facciamo attraverso
la preghiera, senza la quale i nostri progetti umani
alla fine non possono avere successo. Lo facciamo ascoltando
le sue parole nella Sacra Scrittura e ricevendo la
grazia della vita nuova nei sacramenti. Il Sacramento della
Penitenza ci permette di ricominciare ogni volta che
siamo infedeli e ci separiamo da Cristo a causa del peccato.
L’Eucaristia è il sacramento che comunica l’amore
divino, che trasforma tutta la realtà e ci permette di irradiare
quell’amore intorno a noi, specialmente verso tutti
coloro che si trovano nel bisogno.
Insieme al nostro Vice-Assistente, Mons. Ivan Santus,
auguro a tutti i nostri membri e lettori una felice e benedetta
Pasqua. (Mons. Joseph Murphy) |